DECRETO ANTI STUPRO: EX AGENTI IN RONDE   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

berlusconi: «Violenze sessuali diminuite del 10% nel 2008»
Via libera al decreto anti-stupri
Gli ex agenti nelle ronde
Sì alla norma che consente ai sindaci di avvalersi di volontari non armati. Maroni: da Napolitano niente veti


ROMA - Ronde non armate e formate da ex agenti ed ex militari, estensione dai 2 ai sei mesi della permanenza degli immigrati nei Cie, pene dai sei mesi ai quattro anni per lo stalking e divieto degli arresti domiciliari per chi è accusato di violenza sessuale. Sono queste le principali norme contenute nel decreto anti-stupri approvato dal Consiglio dei ministri. Sulle ronde il governo ha accolto le proposte di An, apportando alcune modifiche alla norma: ai sindaci è concessa la possibilità di avvalersi di associazioni di cittadini non armati, in coordinamento con i prefetti.

EX AGENTI ED EX MILITARI - Le ronde «non saranno armate, ma dotate solo di telefonini e ricetrasmittenti con cui avvertire le forze dell'ordine». Inoltre, saranno formate prevalentemente da associazioni di ex agenti di polizia, carabinieri, forze armate e altri corpi dello Stato. Sarà data precedenza, ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni ad associazioni di carabinieri e poliziotti in congedo, «persone che sanno quello che fanno», ha aggiunto il titolare del Viminale. Gli elenchi dei volontari verranno tenuti dalle Prefetture e il modello è quello dei volontari per i vigili del fuoco o quello dei "City Angels", volontari che a Milano operano «da 15 anni», ha detto il ministro. L'obiettivo, ha voluto precisare a tal proposito Maroni, è quello di passare «dalle ronde fai da te ai volontari per la sicurezza, regolati e controllati». E sull'argomento, ha assicurato il ministro, «non c'è stato alcun veto del Quirinale. Ieri con Napolitano ho concordato questo testo - ha detto Maroni -, senza alcuna forzatura o obiezione».

CONTROLLO DEL TERRITORIO - Nel decreto varato è previsto un "piano straordinario di controllo del territorio" per il quale è prevista l’assegnazione immediata al ministero dell’Interno delle risorse oggetto di confisca versate all’entrata in bilancio dello Stato fino a 100 milioni di euro. Inoltre si stabilisce di procedere entro il 31 marzo 2009 all’assunzione di circa 2.500 unità di personale delle forze di polizia.

BERLUSCONI - Il decreto «è uno strumento essenziale perché il governo possa legiferare» ha spiegato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, sottolineando che già il governo aveva approvato dei disegni di legge sulla sicurezza ma specificando anche «che i tempi con cui il Parlamento approva le norme sono sotto gli occhi di tutti» («Con questo provvedimento sulla sicurezza anticipiamo di circa 100 giorni gli effetti giuridici di norme già presenti o approvate in precedenza dal Parlamento» ha aggiunto il Guardasigilli Angelino Alfano). Il premier a tal proposito ha voluto anche precisare che il governo ha fatto ricorso alla decretazione d'urgenza con le misure per la prevenzione e il contrasto delle violenze sessuali «in seguito al grande clamore suscitato da recenti episodi» di cronaca. Tuttavia, «rispetto agli anni 2006 e 2007, nel 2008 c'è stato un calo intorno al 10% degli episodi di violenza, anche nella città di Roma, perchè c'è stato un pattugliamento più diffuso delle zone pericolose anche con l'utilizzo dei militari», ha detto il Cavaliere.

CIE - Quanto ai centri di identificazione ed espulsione, l'articolo 5 del decreto anti-stupri prevede che la permanenza degli immigrati nei centri di identificazione ed espulsione sarà estesa da due a sei mesi. In questo modo, ha detto Maroni, «potremo garantire il rimpatrio di tutti coloro che sono nei Centri per immigrati, in particolari quelli provenienti dalla Tunisia che sono stati trattenuti in queste settimane a Lampedusa».

STALKING - Nel decreto anti-stupri, ha spiegato il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, sono «previste, cira lo stalking, sanzioni per gli episodi di molestie e minacce reiterate prima che possano degenerare in condotte più gravi: le pene vanno da sei mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o marito o ai danni di soggetti particolarmente deboli». Previsto, ha aggiunto, «che la vittima si possa rivolgere al questore che può "ammonire" il colpevole, nonchè il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa».

Fonte: CORRIERE DELLA SERA

Pubblicazione del: 20-02-2009
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