Il decreto espulsioni - Come al solito ci doveva scappare il morto per avere dei provvedimenti   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Lo scippo, forse lo stupro e la morte di Giovanna Reggiani. Dolore, rabbia. Sentimenti che ci troviamo sempre più a provare ma soprattutto la paura. Paura per i nostri figli, le nostre donne. 

Un'esigenza sempre più forte di sicurezza. Accorgersi che qualsiasi parola, preghiera è inutile. Governi che aspettano il morto per dare provvedimenti.

E'  accaduto in passato con il contrabbando di sigarette e accade ora con le violenze dei rom( e non solo). Stringiamo i denti, i pugni e lottiamo....... non per noi ma per i nostri figli  

Daniele Minichini

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In vigore il decreto espulsioni.
Forza Italia accusa Veltroni e Prodi

di Chiara Beghelli Fonte: Il Sole24Ore 

Il decreto legge sulle espulsioni è stato pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" e le prime espulsioni di cittadini comunitari potrebbero essere decise a breve. Negli elenchi dei soggetti pericolosi forniti dalle forze di polizia e di controlli nei campi Rom non autorizzati ci sono i nomi di centinaia di persone, soprattutto cittadini romeni. I Prefetti sono pronti a usare i nuovi poteri di espulsione conferiti dal Governo. A Roma, Milano (dove la Provincia ha fatto sapere di aver messo a disposizione pullman per accelerare i rimpatri) , Firenze e Napoli ci si sta preparando ad applicare la nuova norma. Intanto è stato convalidato il fermo di Nicolae Romolus Mailat, accusato di aver aggredito e ucciso Giovanna Reggiani. Lo ha deciso il gip Claudio Mattioli che ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario, rapina aggravata e violenza sessuale. Stando a quanto riferito dal difensore dell'indagato, l'avvocato Piero Piccinini, Mailat «avrebbe solo parzialmente ammesso i fatti, in particolare quelli riguardanti il furto con strappo della borsetta che la signora Reggiani aveva con sé». Le critiche al decreto. Anche se ormai è in vigore, gli avvocati annunciano tuttavia battaglia contro il decreto: la giunta dell'Unione delle Camere penali italiane, presieduta da Oreste Dominioni, si è riunita d'urgenza proprio per esaminare il provvedimento ed ha proclamato lo stato di agitazione «contro una così pesante spirale autoritaria». Anche gli avvocati dell'Unione delle Camere penali di Milano si dicono "sospettosi e preoccupati" riguardo al decreto, giudicato «frettoloso" e "mirante più che altro a sedare l'allarme sociale a scapito di una riflessione meditata che è sempre necessaria quando si toccano le garanzie dei cittadini». Gli atteggiamenti di prudenza rispetto al decreto sono diffusi anche nella maggioranza stessa, nonostante il premier Romano Prodi l'abbia defitta "compattissima": i malumori si registrano in particolare nel Prc, mentre gli altri partiti della sinistra chiedono comunque di affrontare il problema a tutto tondo, coniugando al rigore le politiche sociali. Il presidente dei senatori di Rifondazione, Giovanni Russo Spena, non risparmia un affondo al sindaco di Roma: «Francamente - attacca - la sgradevole impressione che in questa vicenda Veltroni sia stato il presidente del Consiglio ombra io ce l'ho, e non la nascondo». Oltre al merito, ad infastidire Rifondazione, in effetti, sono i tempi rapidissimi con i quali si è arrivati al decreto, che hanno finito per rappresentare una sorta di "prendere o lasciare". Un segnale del malumore di Rifondazione per la linea interventista del governo è anche la decisione del senatore Salvatore Bonadonna di andare a visitare a Regina Coeli il rumeno accusato dell'uccisione di Giovanna Reggiani. La minoranza del partito, poi, è decisamente irritata: L'operazione di ieri del duo Prodi-Veltroni - dice Salvatore Cannavò di Sinistra Critica - ha un chiaro sapore razzista». Per il resto il Pdci e i Verdi, con i capigruppo alla Camera Pino Sgobio e Angelo Bonelli, chiedono, accanto al decreto legge, «un forte piano di politiche sociali per superare il disagio». Mentre il senatore pacifista del Sole che ride, Mauro Bulgarelli attacca: «Non va mai rincorsa la piazza». L'attacco di Forza Italia. Dura anche l'accusa di Forza Italia contro il Governo e il sindaco di Roma: in una conferenza stampa organizzata alla Camera, il partito di Silvio Berlusconi ha chiesto con forza le dimissioni di Walter Veltroni da sindaco di Roma ricordando come Berlusconi già nel febbraio dello scorso anno parlò di «favelas» lungo il Tevere «nell'indifferenza» di chi governa la città. «C'è voluto un episodio di violenza come quello che si è verificato a Roma - osserva il vicecoordinatore di FI Fabrizio Cicchitto - per far capire a Veltroni che sarebbe stato meglio un decreto anziché cinque diversi disegni di legge per tentare di risolvere questioni fondamentali per la sicurezza dei cittadini». «Prodi poi è un bugiardo - aggiunge - quando dice che è il governo precedente ad avere delle responsabilità per quanto riguarda sicurezza ed espulsioni. Le sole responsabilità per quello che è successo le hanno Veltroni e il governo dell'Unione». Forza Italia, inoltre, presenterà emendamenti al decreto sulle espulsioni e lo voterà solo se verrà modificato e parallelamente si metterà mano alla Finanziaria, assicurando più fondi alle forze dell'ordine.


Pubblicazione del: 02-11-2007
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