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Enti Locali: cresce la spesa, in calo le progressioni verticali

Torna a crescere il numero dei dipendenti delle regioni e degli enti locali, aumento in gran parte determinato dalla stabilizzazione dei precari; cresce la spesa ed è calato il numero delle progressioni orizzontali e verticali, anche se la loro cifra è ancora assai elevata: sono questi i principali dati che emergono dalle cifre del conto annuale del personale del 2008 che sono state rese note nei giorni scorsi dalla ragioneria generale dello stato. Sulla base di tali indicazioni si deve evidenziare che la stabilizzazione dei precari aumenta la consistenza dei dipendenti a tempo indeterminato ma non determina un incremento del totale complessivo dei lavoratori che prestano la propria attività per i comuni, le province e le regioni, visto il calo dei lavoratori precari. Mentre prosegue la tendenza, che sembra per molti aspetti inarrestabile, all'aumento della spesa per il personale. Da evidenziare il significativo calo, rispetto ai due anni precedenti, delle progressioni, sia orizzontali che verticali. La loro incidenza è comunque assai elevata, interessando infatti il 16,7% del personale in servizio a tempo indeterminato.

I dipendenti del comparto regioni ed enti locali erano nel 2008 pari a 522.607 unità, con una crescita di circa 6500 unità, pari allo 0,3%, rispetto all'anno precedente: tale aumento ha determinato una crescita non solo rispetto all'anno immediatamente precedente, cioè al 2007, ma anche rispetto all'anno 2006. Occorre ricordare che in tutti gli anni precedenti questa cifra era costantemente, anche se lievemente, diminuita. È evidente che questa inversione di tendenza è determinata dall'allentamento dei vincoli dettati alle assunzioni di personale, allentamento che con la legge finanziaria 2007 ha interessato soprattutto i comuni e le province soggetti al patto di stabilità. E che, come evidenziato dallo stesso rapporto, ha pesato significativamente la stabilizzazione del personale precario, scelta che ha interessato nel comparto circa 9.800 dipendenti precari. E infatti, specularmente, è diminuito di quasi 12 mila unità il numero dei dipendenti con rapporto di lavoro flessibile: tale diminuzione si registra in gran parte sul versante delle assunzioni a tempo determinato, ma è anche diminuito il numero dei lavoratori socialmente utili. Oltre al calo delle assunzioni a tempo determinato si deve evidenziare anche la flessione dei contratti di formazione e lavoro, strumento già scarsamente utilizzato: nel 2008 essi erano pari a 1.111 unità, con un sostanziale dimezzamento rispetto al 2006. In calo anche il ricorso ai contratti di somministrazione e il numero complessivo dei lavoratori socialmente utili. Da sottolineare che, complessivamente, il numero dei dipendenti pubblici è calato rispetto al 2006, ma è aumentato rispetto all'anno immediatamente precedente, cioè al 2007. L'aumento del numero dei dipendenti pubblici è confermato dal fatto che il tasso di assunzione (con il 4,2%) è salito sopra il tasso di cessazione (3,4%). Nel comparto regioni ed enti locali i valori sono più altri e la forbice è maggiore, essendo rispettivamente pari del 5,7% e del 3,7%.

Il comparto regioni ed autonomie locali è quello che ha stabilizzato il numero più elevato di lavoratori precari: nel 2007 il ricorso a questo strumento ha interessato oltre 6.250 unità e nel 2008 quasi 7.800. Le amministrazioni giudicano che alla fine del 2008 erano in possesso dei requisiti per la stabilizzazione oltre 21.000 precari.

Sul versante della spesa si deve registrare l'ennesimo aumento, sia rispetto all'anno immediatamente precedente che rispetto al 2006: la variazione della spesa per il personale del 2008 sul 2007 è stata del +5,75%, a fronte del -3,95% del 2007 sul 2006. Tale andamento, sottolinea la Ragioneria generale dello stato, risulta «meno fluttuante» se calcolato al netto degli arretrati, con valori rispettivamente pari a circa +3,2% e +0,5%. Italia Oggi (Carlo Rambaudi 9/1/2010)



Pubblicazione del: 12-01-2010
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