Si parte a Salerno- Torino - Reggio Emilia la gestione unica degli SOS (centrale unica di emergenza)   Stampa questo documento dal titolo: . Stampa

Da anni ci battiamo contro gli sprechi e per un "utilizzo oculato" delle forze di Polizia.

Troppe volte i cittadini si vedono sballottati, per competenza, da un'organo di polizia all'altro ( c' è però da dire che spesso carabinieri e polizia passano facilmente "la palla "alla polizia municipale). Troppe volte si assiste a piazze e vie super presidiate ( posti di blocco dei vigili urbani , dei carabinieri, della P.S etc) mentre nell'altra strada succede di tutto .

E' ora che ci sia una distribuzione uniforme sul territorio sena inutili doppioni e un vero coordinamento di tutte le forze in campo

Ora grazie all'Europa (è triste dirlo) qualcosa si muove. Infatti la Commissione di Bruxelles ha avviato una procedura d'infrazione accusando l'Italia per il mancato avvio del processo di unificazione. Di conseguenza l'Europa esigerà il 112 come numero unico.

Qui sotto l'articolo pubblicato su repubblica:

Daniele Minichini 

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In Italia a luglio, l'aiuto arriverà in 4 secondi. Via a Salerno, Torino e Reggio Emilia Con il decreto di Gentiloni le azioni di sicurezza razionalizzate come negli Usa

Sos, verso il numero unico al via il nuovo 112 europeo

di ALDO FONTANAROSA

 

<B/>Sos, verso il numero unico al via il nuovo 112 europeo

ROMA - Sicurezza, si cambia. E' in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministro delle Comunicazioni Gentiloni che "costringe" la Polizia e i Carabinieri a una gestione congiunta degli Sos e delle richieste di aiuto. Per incendi, incidenti, fughe di gas, terrorismo. Anche se resta in vita il 113, questa novità organizzativa è un primo deciso passo verso il varo di una centrale unica di emergenza e verso un numero unico, che sarà il 112. Migliorano da subito le tecnologie. Chi chiama perché ferito, rapinato o testimone di una crisi sarà individuato sul territorio in 4 secondi. Si parte a Salerno, Torino e Reggio Emilia.

Una gestione congiunta, dunque. Oggi chi chiama il 112 entra in contatto con i Carabinieri; chi chiama il 113 parla con la Polizia. Ma le cose ora cambieranno. Il nuovo sistema mette al centro l'operatore di telefonia, quello che fa partire la chiamata di soccorso. E' l'operatore a sapere dove si trovano la persona ferita e il suo telefono (fisso o mobile). E' l'operatore a indirizzare, dunque, la chiamata verso un Centro operativo della Polizia oppure dei Carabinieri. Questo, in base alla vicinanza tra la persona nei guai e la struttura che può meglio soccorrerla.

Il nuovo servizio, che si conforma agli standard europei, migliora molto la localizzazione del chiamante, che funzionerà anche con i telefonini, italiani e stranieri. I tecnici del ministero hanno lavorato su due ipotesi.
Nella prima, il ferito chiama il 112 (o anche il 113), non sa dire dove si trova perché sta male, ma riesce a continuare la conversazione. In questo caso, il nuovo sistema informatico lo individuerà in 4 secondi, grazie al dialogo ultrarapido tra i computer del ministero dell'Interno e quelli degli operatori. Seconda ipotesi. Il ferito chiama, ma la linea cade. Le nuove dotazioni permettono all'operatore di richiamare il ferito sul cellulare nella speranza di individuarlo. Potrà richiamare anche se la telefonata in arrivo era anonima (tante persone programmano il telefonino per nascondere il numero al destinatario).
L'Italia è divisa in migliaia di "celle", pezzi di un puzzle. Il meccanismo di individuazione permette di sapere in quale delle tante celle si trovi il chiamante. Queste "celle" sono piccole nelle città, 4 o 500 metri quadrati. Mentre fuori città sono grandi anche qualche chilometro quadrato. In ogni caso, la novità ci voleva, visto che il 90% degli Sos parte da telefonino.
Il nuovo sistema è un regalo, intanto, ai turisti stranieri che dovrebbero trovare al telefono (poco alla volta, si spera) operatori poliglotti, che parlino l'inglese. E saranno intanto loro, i visitatori esteri, a privilegiare il 112, a sceglierlo nelle loro richieste di soccorso in Italia. Normale. Nei loro Paesi d'origine c'è spesso solo il 112.
Gli italiani - si suppone - continueranno a chiamare entrambi: il 112 come il 113. Ed anche il 115 dei Vigili del Fuoco o il 118 delle emergenze sanitarie, che restano tutti attivi, in questa fase (e sempre gratuiti). Dietro le quinte, però, prende corpo questa gestione unitaria di Polizia e Carabinieri. Basterà? Il ministero delle Comunicazioni è convinto che il decreto, il suo corposo allegato tecnico e le date di avvio del nuovo regime bastino a smontare le contestazioni europee. La Commissione di Bruxelles ha avviato una procedura d'infrazione accusando l'Italia per il mancato avvio del processo di unificazione. Certo, in prospettiva, l'Europa esigerà il definitivo salto verso il 112 come numero unico.
Le date e le città di partenza, dicevamo. La provincia pilota è Salerno, che dovrà varare il nuovo sistema entro 4 mesi. E' stata scelta perché la sua Costiera è molto visitata dai turisti stranieri. Entro 5 mesi, si accoderanno altre 8 province (tra cui Torino). Entro 6 mesi, altre 5 (tra cui Reggio Emilia). Nuove province seguiranno al ritmo di otto ogni mese.


Pubblicazione del: 11-03-2008
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