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12/9/2005 Patente, i punti restituiti per decreto. Il cdm varerà questa settimana la sanatoria . .


Tassone: risarcito anche chi non aveva fatto ricorso. Multe inasprite

ROMA — Nelle pieghe di quella legge gli italiani hanno infilato tutta la loro (disonesta) creatività: «Non guidavo mica io, che scherziamo». Al volante c'era la nonna ottantenne, un amico in visita dall'Australia, la badante della mamma. Fino al caso limite, un giovanotto mantovano che aveva scaricato la colpa su un povero zio in coma ormai da mesi. Tutto pur di salvare qualche punto sulla patente. Tutto pur di infilarsi in un buco della legge che in due anni di punti ne ha portati via quasi 15 milioni: se gli agenti non fermano l'auto al momento dell'infrazione ma ne prendono solo la targa, deve essere il proprietario a dire chi era alla guida. E via con la fantasia. A gennaio era arrivato lo stop della Corte costituzionale: prima che le forbici della Motorizzazione procedano al taglio, hanno stabilito i giudici, il conducente va identificato con certezza. E in casi dubbi non si può punire il proprietario, come invece è stato fatto più di una volta. Adesso, a nove mesi di distanza e dopo una serie di rinvii, il governo è pronto a metterci una toppa con una sanatoria, un decreto legge annunciato «a breve» dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.

A spiegare i contenuti del testo è il suo vice, Mario Tassone. I punti saranno restituiti a tutti gli italiani che li avevano persi per colpa di quella norma bocciata dalla Corte costituzionale e non solo a chi aveva fatto ricorso, come si era pensato in un primo momento. «Abbiamo scelto questa strada — spiega Tassone — per non creare una disparità di trattamento che sarebbe stata vissuta come un'ingiustizia». Ma oltre alla carota, nel decreto allo studio del governo c'è anche il bastone: per chi continuerà a fare il furbo, e non dirà chi era davvero al volante al momento dell'infrazione, la multa non sarà più di 357 ma di 2 mila euro. Anche qui c'è qualche novità rispetto a quanto ipotizzato prima dell'estate. Si era pensato ad una cifra più alta, 2.500 euro. Mentre lo stesso Tassone aveva proposto di studiare misure ancor più estreme: «Avevamo pensato di impedire di guidare a chi continua ad usare questo stratagemma: avevo chiesto di introdurre il fermo amministrativo temporaneo del mezzo oppure la sospensione della carta di circolazione». Le sue proposte, però, non sono passate.

Ci sarebbe stato il rischio di cadere in contraddizione scegliendo la linea dura proprio quando lo stesso Lunardi ha suggerito di ammorbidire le sanzioni per chi va in motorino, dopo le polemiche sulla confisca del mezzo per chi viaggia in due o senza casco. Il decreto legge potrebbe essere approvato dal consiglio dei ministri questa settimana. Chi con i punti restituiti tornerà a quota 20, il massimo, non potrà però usufruire del bonus scattato a luglio: i due punti in più regalati dal governo ai 32 milioni di italiani che non hanno commesso infrazioni dall'entrata in vigore della legge. Sanatoria sì, ma senza esagerare.

Lorenzo Salvia - Corriere della Sera